Il ciclo
di produzione della
“Cozza dei Trabocchi”
in breve

PERCHÉ LA DENOMINAZIONE DI COZZA “DEI TRABOCCHI” ?

La mitilicoltura rappresenta una tradizione ormai largamente consolidata in moltissime regioni del territorio nazionale. In Abruzzo, la cosiddetta “Cozza dei Trabocchi” prende il nome dallo spettacolare tratto di costa punteggiato dalle antiche macchine da pesca conosciute appunto come “trabocchi”, costruite in legno strutturale e tutelate quali patrimonio monumentale regionale.

L’ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI ACQUACOLTORI DELLA COSTA DEI TRABOCCHI SCARL

La “Cozza dei Trabocchi” gode di un ciclo di autoproduzione messo in essere da tre allevatori facenti parte dell’Organizzazione dei Produttori Acquacoltori della Costa dei trabocchi: Spinelli Antonio, Silmar Srl e Acquachiara Srl. Essi seguono in maniera meticolosa la filiera di produzione del mitilo, dalla semina alla selezione manuale, con controlli sanitari regolari sui frutti e sulle acque, guidati da un profondo senso di appartenenza al territorio.

IL CICLO DI PRODUZIONE
DELLA COZZA DEI TRABOCCHI

1)  Raccolta del Seme

 

Il ciclo produttivo inizia con il reperimento del seme selvatico, costituito da giovani mitili di taglia variabile da meno di un centimetro ad un massimo di 3 cm. Generalmente esso viene raccolto all’interno dell’impianto, con poche eccezioni relative ad aziende che lo acquistano all’esterno.

2)  Incalzo del seme

La seconda fase del processo è quella di incalzo del seme: essa avviene all’inizio dell’estate ed è data dall’immissione dei giovanili nelle reste, dopo opportune operazioni di selezione. Il prodotto raccolto (seme) viene immediatamente incalzato in reti tubolari dette “alla francese”, costituite precisamente da una doppia rete tubolare: la prima interna, in cotone biodegradabile a maglia fine, e la seconda esterna, a maglia più grande, di polipropilene. L’operazione di incalzo viene svolta manualmente dai soci della OP direttamente a bordo sulle barche asservite agli impianti. Queste ultime, una volta riempite, vengono immerse nell’impianto per l’ingrasso.

3)  Accrescimento del seme

Nel corso della terza fase, le reste vengono trasportate dalle imbarcazioni in mare, dove si realizza l’immersione per mezzo di un’apposita attrezzatura, rappresentata da un rullo di scorrimento che si sposta affiancando il trave lungo tutta la lunghezza dell’impianto. Il posizionamento sulla ventia avviene per agganciamento manuale: essa viene sollevata dall’acqua grazie alle attrezzature meccanizzate e vi si annodano le reste.

4)  Recupero e reincalzo

La fase successiva comprende il recupero e il reincalzo delle reste, operazione indispensabile dal momento che la crescita dei mitili incrementa notevolmente il peso delle strutture. Il reincalzo si realizza circa 2 o 3 mesi dopo la prima immersione e avviene sull’imbarcazione. In particolare, le reste sono estratte dall’acqua e collocate a bordo, e i mitili in essa contenuti, ancora in fase di ingrasso, vengono suddivisi manualmente o meccanicamente per poi essere riallocati in nuovi tubi di polipropilene con maglie di dimensioni superiori. Dopo questa operazione, esse vengono nuovamente immerse in acqua. La fase di reincalzo può essere effettuata da una a tre volte per ciclo produttivo, in relazione alla velocità di accrescimento dei mitili.

5)  Raccolta del prodotto

L’intero ciclo produttivo ha una durata variabile tra gli 8 e i 14 mesi, trascorsi i quali i mitili sono considerati maturi. Le reste a questo punto vengono estratte dall’acqua grazie al dispositivo meccanico e issate a bordo dell’imbarcazione. Qui vengono successivamente selezionate e lavorate. La prima fase della selezione del prodotto è la separazione dei mitili attraverso un’apposita macchina sgranatrice, seguita dal passaggio in un vaglio vibrante che consente lo smistamento degli animali sulla base della taglia. A questo punto, il prodotto è venduto direttamente ai centri di spedizione in quanto gli impianti facenti parte della OP sono tutti localizzate in acque di tipo “A” e quindi esonerati, in base alle norme sanitarie vigenti in materia, alla depurazione

CARATTERISTICHE
DELLA COZZA
DEI TRABOCCHI

La Denominazione di “Cozza dei trabocchi” è riservata al mitilo appartenente alla specie Mytilus gallo provincialis.
La “Cozza dei Trabocchi” è un mollusco bivalve dalla forma allungata, dotato di una conchiglia liscia e incurvata di colore nero-violaceo.
Le valve sono bombate, di forma quasi triangolare, con striature concentriche. All’interno il colore è viola-madreperlaceo ma esso può variare in funzione del sesso dell’animale e della fase del ciclo produttivo.
Dal guscio escono filamenti bruni assai robusti, costituenti il cosiddetto “bisso”, mediante il quale il mitilo si fissa alle reti dette “reste” o ad altri sostegni.
Le valve si chiudono grazie a muscoli adduttori, ad una cerniera e ad un legamento elastico, stretto allungato e di colore brunastro e ha carni dotate di elevata palatabilità.

 

IL LUOGO
DI PRODUZIONE

La costa dei trabocchi comprende circa 60 Km di litorale ed è famosa in tutta Italia per la sua bellezza naturalistica e per la sua eterogeneità. Essa si caratterizza infatti per tratti di spiaggia bassa e sabbiosa, altri a ciottolate e altri ancora a tratti alti e rocciosi. I paesi che la compongono sono: Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chetino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto, San Salvo.

Progetto realizzato grazie al contributo del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste – Fondi PO FEAMP 2014/2020 – Misura 5.66 – Reg. (UE) 508/2014

Il ciclo
di produzione della
“Cozza dei Trabocchi”
in breve

PERCHÉ LA DENOMINAZIONE DI COZZA “DEI TRABOCCHI” ?

La mitilicoltura rappresenta una tradizione ormai largamente consolidata in moltissime regioni del territorio nazionale. In Abruzzo, la cosiddetta “Cozza dei Trabocchi” prende il nome dallo spettacolare tratto di costa punteggiato dalle antiche macchine da pesca conosciute appunto come “trabocchi”, costruite in legno strutturale e tutelate quali patrimonio monumentale regionale.
L’ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI ACQUACOLTORI DELLA COSTA DEI TRABOCCHI SCARL

La “Cozza dei Trabocchi” gode di un ciclo di autoproduzione messo in essere da tre allevatori facenti parte dell’Organizzazione dei Produttori Acquacoltori della Costa dei trabocchi: Spinelli Antonio, Silmar Srl e Acquachiara Srl. Essi seguono in maniera meticolosa la filiera di produzione del mitilo, dalla semina alla selezione manuale, con controlli sanitari regolari sui frutti e sulle acque, guidati da un profondo senso di appartenenza al territorio.

IL CICLO DI PRODUZIONE
DELLA COZZA DEI TRABOCCHI

Il ciclo produttivo inizia con il reperimento del seme selvatico, costituito da giovani mitili di taglia variabile da meno di un centimetro ad un massimo di 3 cm. Generalmente esso viene raccolto all’interno dell’impianto, con poche eccezioni relative ad aziende che lo acquistano all’esterno.

La seconda fase del processo è quella di incalzo del seme: essa avviene all’inizio dell’estate ed è data dall’immissione dei giovanili nelle reste, dopo opportune operazioni di selezione. Il prodotto raccolto (seme) viene immediatamente incalzato in reti tubolari dette “alla francese”, costituite precisamente da una doppia rete tubolare: la prima interna, in cotone biodegradabile a maglia fine, e la seconda esterna, a maglia più grande, di polipropilene. L’operazione di incalzo viene svolta manualmente dai soci della OP direttamente a bordo sulle barche asservite agli impianti. Queste ultime, una volta riempite, vengono immerse nell’impianto per l’ingrasso.

Nel corso della terza fase, le reste vengono trasportate dalle imbarcazioni in mare, dove si realizza l’immersione per mezzo di un’apposita attrezzatura, rappresentata da un rullo di scorrimento che si sposta affiancando il trave lungo tutta la lunghezza dell’impianto. Il posizionamento sulla ventia avviene per agganciamento manuale: essa viene sollevata dall’acqua grazie alle attrezzature meccanizzate e vi si annodano le reste.

La fase successiva comprende il recupero e il reincalzo delle reste, operazione indispensabile dal momento che la crescita dei mitili incrementa notevolmente il peso delle strutture. Il reincalzo si realizza circa 2 o 3 mesi dopo la prima immersione e avviene sull’imbarcazione. In particolare, le reste sono estratte dall’acqua e collocate a bordo, e i mitili in essa contenuti, ancora in fase di ingrasso, vengono suddivisi manualmente o meccanicamente per poi essere riallocati in nuovi tubi di polipropilene con maglie di dimensioni superiori. Dopo questa operazione, esse vengono nuovamente immerse in acqua. La fase di reincalzo può essere effettuata da una a tre volte per ciclo produttivo, in relazione alla velocità di accrescimento dei mitili.

L’intero ciclo produttivo ha una durata variabile tra gli 8 e i 14 mesi, trascorsi i quali i mitili sono considerati maturi. Le reste a questo punto vengono estratte dall’acqua grazie al dispositivo meccanico e issate a bordo dell’imbarcazione. Qui vengono successivamente selezionate e lavorate. La prima fase della selezione del prodotto è la separazione dei mitili attraverso un’apposita macchina sgranatrice, seguita dal passaggio in un vaglio vibrante che consente lo smistamento degli animali sulla base della taglia. A questo punto, il prodotto è venduto direttamente ai centri di spedizione in quanto gli impianti facenti parte della OP sono tutti localizzate in acque di tipo “A” e quindi esonerati, in base alle norme sanitarie vigenti in materia, alla depurazione

CARATTERISTICHE
DELLA COZZA
DEI TRABOCCHI

La Denominazione di “Cozza dei trabocchi” è riservata al mitilo appartenente alla specie Mytilus gallo provincialis. La “Cozza dei Trabocchi” è un mollusco bivalve dalla forma allungata, dotato di una conchiglia liscia e incurvata di colore nero-violaceo.
Le valve sono bombate, di forma quasi triangolare, con striature concentriche. All’interno il colore è viola-madreperlaceo ma esso può variare in funzione del sesso dell’animale e della fase del ciclo produttivo.
Dal guscio escono filamenti bruni assai robusti, costituenti il cosiddetto “bisso”, mediante il quale il mitilo si fissa alle reti dette “reste” o ad altri sostegni.
Le valve si chiudono grazie a muscoli adduttori, ad una cerniera e ad un legamento elastico, stretto allungato e di colore brunastro e ha carni dotate di elevata palatabilità.

 

IL LUOGO DI PRODUZIONE

La costa dei trabocchi comprende circa 60 Km di litorale ed è famosa in tutta Italia per la sua bellezza naturalistica e per la sua eterogeneità. Essa si caratterizza infatti per tratti di spiaggia bassa e sabbiosa, altri a ciottolate e altri ancora a tratti alti e rocciosi. I paesi che la compongono sono: Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chetino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto, San Salvo.

Progetto realizzato grazie al contributo del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste – Fondi PO FEAMP 2014/2020 – Misura 5.66 – Reg. (UE) 508/2014